LaMeLa dispersa nel “metaverso”!
Sono mesi che sento parlare di metaverso con tanto di logo che gira in rete.

Il termine Metaverso (in inglese Metaverse) venne coniato per la prima volta da Neal Stephenson nel suo libro di fantascienza cyberpunk, Snow Crash del 1992, in cui ci trasporta in un mondo virtuale vivibile attraverso un avatar.
Ed è il desiderio di buona parte di noi quello di poter vivere una realtà parallela dov’è tutto è migliore e noi siamo i fighi della storia.
Ma si sa l’uomo è un visionario prima è un creatore poi è trova sempre il modo di realizzare i suoi sogni. Così immagino sia iniziata questa nuova avventura dell’ambizioso proprietario del social più famoso del web, Facebook.
Mark Zuckerberg, ha presentato qualche tempo fa alla conferenza Connect il suo nuovo obiettivo il “Multiuniverso” e si sono aperte le toto scommesse sul suo prossimo successo o flop mega galattico. (A me lui è simpatico quindi ha tutta la mia tifoseria.)
Ben 50 milioni i dollari investiti nel progetto per sviluppare Metaverso nei prossimi due anni. E Zuckerberg ha aperto il tavolo alla collaborazione con tutte le realtà che saranno interessate al medesimo obbiettivo.
L’iniziativa è stata battezzata XR Programs and Research Fund, ovvero “fondo per i programmi e la ricerca in materia di realtà estesa” (extended reality).
Il multiverso non sarà semplicemente una realtà virtuale, come si prefiggono i suoi creatori. Dovrà essere un “post” tangibile alla portata di tutti con spazi e luoghi sempre a disposizione. Ricchi di contenuti anche culturali e ovviamente luogo di svago e socializzazione.
Per accedervi occorreranno un pc con alte prestazioni grafiche e visori di realtà virtuale e realtà aumentata.
Il Metaverso potrà essere impiegato anche per altre situazioni, permettendo riunioni di lavoro “allargate” collegando utenti sparsi in diversi punti delle città. Scuole con aule virtuali è molto altro ancora.
Si tratta ovviamente di un progetto a lungo termine, che in questo momento sta ancora sperimentando le sue potenzialità. Ci vorrà ancora una decina di anni prima di vederlo nel pieno del suo splendore. Lo sapevo, sono nata nel secolo sbagliato, non godrò mai appieno di tutte queste nuove tecnologie.
Non avrò la fortuna di passeggiare nello spazio, conoscere nuovi mondi, vivere appieno l’era cibernetica. Per molti non sarà così tremendo per me si!
LaMeLa777
La virtualità è una pessima simulazione della realtà, io sono materialista ed auspico una tempesta magnetica che riporti le cose al loro giusto valore 😁
Buonasera ☺️. Nuuuu a me sta cosa della realtà virtuale intrippa di brutto. Avevo sperimentato Second Life ma alla fine si è dimostrato un piccolo flop. Qualcuno ancora insiste ma non è mai decollato veramente.
La tempestiva magnetica mi farebbe rizzare (elettricamente e non metaforicamente) tutti i capelli e pure i peli. Mi scambierebbero poi per un porcospino e non più per LaMeLa 😜
Mah, sono un pichino perplessa!!! Anch’io come Evaporata penso che il tutto e più virtuale, ci wllontana sempre di più dalla realtà e quindi anche da noi stessi, alla fin fine arriverà 8l giorno che non ci riconosciamo più se saremmo il virtuale smarrito il nostro vero io 😌 Credo che il troppo storpua in tutti e sensi e questa idea di Zuckerberg è proprio troppa roba per farci perdere il contatto con la realtà 😌
Capisco perfettamente le vostre perplessità. Io però sono elettrizzata già alla sola idea delle realtà virtuali che non vedo l’ora dì poterne godere anche se in minima parte e superficialmente. Ora che sarà tutto realmente vivibile sarà rimasto di me si è no un torsolo di mela.
Ahahah, gioca quanto vuoi ma ti prego, non consumarti mai, rimani la bella mela intera che sei 😉🥀
❤️
In pratica si vivrà come nel film Matrix, a me non sembra una bella storia.
Ciao, in realtà Matrix è una neuro-simulazione interattiva costruita sul modello del mondo del 1999 per tenere calmi gli umani coltivati, immobilizzati fin dalla nascita e nutriti con i cadaveri dei defunti per alimentare le macchine. 🤣
Sì, è vero, ma a me fa venire in mente questo film perché temo sempre di più che il virtuale ci allontanerà dal reale, dalla vita vera e anche da noi stessi.